Corso Floricultura
- Il Gruppo Ecologico del Club 33 di Abbiate
Guazzone e l'Assessorato alla cultura del Comune di Tradate organizzano
un corso di frutticoltura e giardinaggio tenuto dagli esperti
dell'Associazione "Orticola Varesina".
Le lezioni, che si svolgeranno presso la sala conferenze di via Mameli
13a (ex biblioteca comunale) a Tradate, avranno inizio alle ore 20.45 e
termineranno alle ore 22.45.
Il costo complessivo è di 40 euro.Il corso sarà
articolato in cinque incontri a tema:
- mercoledì
18 gennaio nozioni generali
- lunedì
23 gennaio frutticoltura pomacee
- giovedì
26 gennaio frutticoltura drupacee
- lunedì
30 gennaio trattamenti
- mercoledì
1 febbraio giardinaggio
E' prevista, in data da definire, anche un'esercitazione pratica nel
frutteto.
Per chi fosse interessato le iscrizioni si ricevono presso la sede del
Club 33 in p.zza Unità d'Italia
(palazzina civica) ad Abbiate Guazzone - nei giorni 10 e 11 gennaio -
dalle ore 21,00 o direttamente
la sera di inizio corso il 18 gennaio.
Per informazioni si può contattare il numero telefonico:
328.7189922 o via mail l'indirizzo: club_33@libero.it
"Pedibus"
Il “Pedibus” a Tradate è già
una
realtà. Qualche tradatese si sta stupendo ancora alla vista
di
una
fila di bambini ( anche più di dieci) che al mattino
accompagnati da due genitori, si recano
ordinatamente ed allegramente alla scuola elementare C. Battisti.
E’ stato più facile provarlo che progettarlo
dicono gli organizzatori del Gruppo
Ecologico del Club 33.
Assieme a genitori volontari e volonterosi si è voluto
partire con due linee sperimentali di una decina
di bambini ciascuna. Sopratutto è stato interessante
studiare l’atteggiamento dei bambini
che tutti crediamo pigri. Sono entusiasti, dicono sempre gli
accompagnatori, sono contenti
di vivere questa esperienza in gruppo, con qualunque tempo, e li
troviamo più svegli e tonici,
pronti a ridere e scherzare.
Attualmente una ” linea
verde” parte alle 7,35 dal parco del rione
pineta e raccoglie man
mano bambini scendendo lungo la via Inzoli. L’altra
“linea
arancione” percorre tutto c.so Bernacchi
ed anch’essa fa diverse “fermate” fino a
giungere alla scuola elementare C. Battisti. E’ solo
l’inizio dicono gli organizzatori, ma a settembre
all’inizio del nuovo anno scolastico si partirà
alla
grande con sei linee solo per la scuola C.Battisti. Anche il Comune
dovrà fare la sua parte mettendo
in sicurezza tutti quei punti “critici” lungo il
percorso.
Tutti i genitori che abitano entro circa un chilometro dalla scuola
elementare C.Battisti
sono invitati a partecipare compilando l’apposita scheda che
verrà consegnata a tutti gli alunni
in questi giorni (potete anche scaricarla cliccando qui),
ricercando la
propria linea su una piantina che verrà affissa a scuola (o
cliccando potete scaricarla qui).
Pensate, raccontano gli organizzatori, che un bimbo, pur provenendo in
macchina da lontano
si fa portare dalla mamma, per il piacere di stare in gruppo, al
capolinea del nostro “Pedibus”!
Obbiettivo: convincere sempre più genitori che si
può lasciare a casa l’auto, evitando di ingorgare
ed inquinare al mattino tutto il centro. Una bella lezione per i nostri
figli!
Il gruppo ecologico del Club 33 di Abbiate
è a tuttoggi
impegnato su numerosi fronti. Obbiettivo comune di questi molteplici
impegni è il volere
offrire alla cittadinanza un modello di vita basato più
sull’uomo e sulla
natura che non sulle macchine.
Sono
attualmente attivi diversi volontari che operano su:
Progetto
pedibus: la situazione a tutt’oggi vede
l’avvio di 3 linee ancora in forma sperimentale. Numerosi
genitori hanno dato
la loro adesione al progetto e tra poco dovrebbero essere attive 4 o
anche 5
linee. Sarà disponibile anche un apposito sito internet per
gli aggiornamenti.
L’amministrazione di Tradate si è impegnata per
fornire agli accompagnatori una
copertura assicurativa, alle associazioni tradatesi è stato
richiesto di
fornire un certo numero di volontari per presidiare gli incroci
più pericolosi,
al Comando dei vigili è stato chiesto di intervenire sulla
segnaletica mancante
per rendere più sicuri i percorsi pedonali casa scuola.
L’Avis si è impegnata a
fornire giubbetti ad alta visibilità a tutti i partecipanti
per far sì che i
bambini siano più visibili.
Il numero dei partecipanti intanto continua ad aumentare:
la linea del rione Pineta è tuttora in testa con 12
partecipanti (sono già 12 auto in meno!) e
l’entusiasmo dei bambini fa da stimolo
agli organizzatori per far diventare il Pedibus una realtà
tradatese.
Elenco delle vie servite dal
Pedibus
Linea B1
(Arancione)
Partenza:
Passaggio a livello Corso Bernacchi - Via Rismondo
Corso Bernacchi – Piazza Mazzini – Via XXV Aprile
– Via De
Simoni – Via Santo Stefano – Va Jenner –
Via Parini – Via Crosti – Via Pascoli
Linea B2
(Verde)
Partenza
1: Via Rigamonti
Partenza 2: Via Broggi (portico) Via Rigamonti
– Via Broggi – Via Inzoli – Via Zara
– Via
Sopranzi – Piazza Braschi – Via Crosti –
Via Pascoli
Linea B3 (Gialla)
Partenza:
Via Cappuccini
Via Cappuccini – Via Carducci
Linea B4 (Blu)
Partenza:
Via Monte Nevoso
Via Monte Nevoso – Piazza XXIV Maggio – Via
Carducci – Via
Petrarca – Via Manzoni
Linea B5
(Azzurra)
Partenza:
Via Carlo Rossini
Via Monte Grappa – Corso Matteotti – Via Manzoni
Linea B6
(Rossa)
Partenza:
Via Sant’Ambrogio
Via Sant’Ambrogio – Via Pindemonte – Via
Crocefisso – Vicolo
Truffini – Corso Bernacchi – Corso Matteotti
– Via Parini – Via Crosti – Via
Pascoli
Finalità
Il
progetto si rivolge agli alunni residenti nel Comune di
Tradate e si propone come servizio gratuito alle famiglie che ne
vogliono
fruire, organizzato e gestito da una apposita commissione di genitori,
riconosciuta dal Consiglio di Istituto, dall’Istituto
comprensivo e
dall’Amministrazione comunale di Tradate.
Lo
scopo principale è quello di invogliare i bambini a
recarsi a scuola a piedi sotto la sorveglianza di un numero di adulti
adeguato
al numero di bambini che partecipano: una sorta di scuolabus a piedi,
concepito
come mezzo ecologico che induce i bambini a fare movimento e gli adulti
a
lasciare a casa l’automobile.
Più
bambini utilizzeranno il “pedibus”, meno auto
congestioneranno il traffico, con
conseguente riduzione dei pericoli che le automobili creano nelle zone
adiacenti alle scuole e di inquinamento.
Dal
punto di vista educativo il progetto dovrà essere
attuato anche mediante la collaborazione diretta di alunni ed
insegnanti che
potranno, all’interno delle Attività Opzionali
Formative (A.O.F.), partecipare
attivamente all’organizzazione e gestione del
“pedibus”: dalla raccolta delle
adesioni, alla
creazione dei cartelli
da porre alle fermate e all’interno del cortile per i punti
di raccolta, alla
scelta dei nomi da attribuire alle singole linee, all’
ideazione di gadget da
distribuire ai partecipanti come incoraggiamento o “premio
fedeltà” … etc.
Modalità di
attuazione del progetto
Sulla
planimetria allegata (tav. 1) sono state individuate,
in seguito alla lettura delle cartine allegate ai questionari
distribuiti dal
Club 33 nel dicembre 2005, sei ipotetiche linee di
“pedibus” che collegano le
diverse zone residenziali all’edificio scolastico di Via
Manzoni nel raggio di
1000 m.
I
percorsi individuati potranno successivamente subire delle
variazioni, qualora se ne individui la necessità.
FASE 1
– adesione al pedibus
La
planimetria sarà esposta nell’atrio
dell’edificio
scolastico in modo da essere ben visibile da tutti i genitori, che
potranno
così individuare quale linea si trova vicino alla propria
residenza.
Verranno
distribuite le schede di adesione, da compilare
prima della fine dell’anno scolastico. Su queste dovranno
essere indicati:
-
il nominativo del bambino e la sua residenza,
-
la fermata (o la via) interessata,
-
l’eventuale nominativo del genitore (oppure di uno dei
nonni, degli zii, etc.) disposto a partecipare
all’accompagnamento,
specificando il numero di telefono, i giorni e gli orari disponibili
Se
perverrà un numero adeguato di adesioni per linea (min.
4), questa potrà essere attivata fin dall’inizio
del prossimo anno scolastico
2006/2007.
FASE 2 – organizzazione
della linea
Il
primo passaggio consiste nella costituzione del gruppo di
genitori che darà vita alla linea: a loro viene affidato il
compito di:
-
individuare il punto di partenza della linea e le eventuali
fermate intermedie
-
individuare i punti pericolosi (per i quali potrà
eventualmente essere richiesta la presenza di vigili o ausiliari del
traffico)
-
studiare l’orario che tenga conto della distanza e
dell’andatura dei bambini
-
raccogliere le disponibilità degli adulti e definire i turni
(per ogni accompagnatore dovrà essere nominato anche il suo
sostituto in caso
di assenza giustificata)
-
incontrarsi periodicamente per fare un bilancio della
situazione e/o apportare le modifiche necessarie.
FASE 3 – avvio
della sperimentazione
La
linea di pedibus dovrà subire necessariamente una prima
fase di sperimentazione per verificare la reale
disponibilità dei partecipanti.
In
ogni caso si dovranno verificare le seguenti condizioni
minime:
-
il servizio dovrà essere garantito ogni giorno
dell’anno
scolastico, con qualunque condizione atmosferica;
-
potrà essere attivato per la sola andata, o per
l’andata e
il ritorno, dal lunedì al venerdì;
-
su richiesta e con provata disponibilità potrà
essere
attivato anche nell’intervallo di pranzo oppure al sabato;
-
dovrà essere garantita la presenza di un adulto ogni 7/8
bambini
FASE 4 – gestione
del servizio
Una
volta conclusasi la fase di sperimentazione,
il servizio potrà essere attivato
ogni anno
scolastico, grazie alla collaborazione di genitori e volontari.
Alla
fine di ogni anno scolastico si dovrà fare un bilancio
dell’anno passato, ma sarà necessario anche
raccogliere le adesioni per l’anno
futuro. Prima dell’inizio della scuola i gruppi dovranno
essere già stati
formati ed i turni stabiliti (anche con orario provvisorio).
La
gestione del servizio potrà essere
realizzata anche con l’aiuto di
apposito
sito internet nel quale si potrà prevedere un forum per
eventuali suggerimenti
e richieste.
Regolamento
di attuazione
Il
regolamento di attuazione dovrà stabilire le regole
comportamentali e l’impegno dei soggetti partecipanti al
progetto:
accompagnatori, bambini ed istituzioni.
ACCOMPAGNATORI
Sarà necessario
mettere a punto un regolamento comune a tutte le linee, che definisca
precisamente il ruolo degli accompagnatori e il loro compito.
Essenzialmente l’accompagnatore
che porta i bambini a scuola dovrà:
- recarsi alla
partenza e prendere in consegna i primi bambini;
- convalidare il
biglietto del “pedibus” di ogni singolo bambino e
registrarne la presenza su
apposito foglio;
- recarsi alle fermate
successive e prendere in consegna tutti i bambini che si faranno
trovare lì
nell’orario stabilito (le soste potranno avere una durata
molto ridotta, per
evitare di arrivare alla fermata successiva o a scuola in ritardo);
- sorvegliare durante
il tragitto i bambini tenendoli il più possibile vicini a
lui e aiutarli ad
attraversare le strade in sicurezza (sulle strisce pedonali o ai
semafori);
- giunto a scuola
dovrà affidare i bambini al personale scolastico (insegnanti
o collaboratori
scolastici)
- imbucare
nell’apposita cassetta, che troverà
nell’atrio, il foglio con l’indicazione dei
presenti e le eventuali note per l’accompagnatore che li
prenderà in consegna
al ritorno.
L’accompagnatore
che ritorna a casa con i bambini
dovrà:
- ritirare il foglio
delle presenze dall’apposita cassetta;
- recarsi nel punto di
raccolta stabilito all’interno del cortile e prendere in
consegna tutti i
bambini presenti;
- convalidare il
biglietto;
- percorrere il
tragitto, lasciando i bambini alle singole fermate, affidandoli ai
genitori (o
chi per loro).
BAMBINI
Anche per i bambini
dovranno essere definite delle regole comportamentali:
perché si sentano
partecipi del progetto sarebbe bello che le regole venissero scritte
proprio da
loro con la collaborazione delle insegnanti.
Le regole principali
dovranno sostanzialmente garantire:
- la puntualità alle
fermate;
- la premura di
avvisare l’accompagnatore se assenti;
- l’impegno a comportarsi
bene lungo il tragitto evitando di mettere in pericolo la propria
persona e gli
altri;
- l’impegno a recarsi
nel punto di raccolta all’interno del cortile, e di sostare
lì fino a che non
si presenta l’accompagatore.
A nostro avviso i
bambini dovrebbero essere incentivati a utilizzare il servizio, anche
premiando
la loro presenza con piccoli regali (gadgets), per es. al completamento
di una
tessera punti (il biglietto che viene convalidato ogni volta).
ISTITUZIONI
Le istituzioni
coinvolte nel progetto sono:
l’Istituto
comprensivo Galileo Galilei
il Comune
di Tradate
(Assessorato alla cultura e alla mobilità e trasporti)
Essi
dovranno
consentire l’attivazione ed il funzionamento del progetto,
rendendosi
disponibili, ognuno per le proprie competenze, a collaborare e
partecipare alle
varie fasi sopra indicate.
In particolare
riteniamo che, come minimo, sarà necessario garantire:
- la copertura
assicurativa degli accompagnatori e dei bambini, lungo il tragitto
casa-scuola,
che già esiste per gli alunni, definendo la
responsabilità degli
accompagnatori;
- le spese relative ai
cartelli da posizionare alle fermate e all’interno del
cortile scolastico;
- le spese relative ai
biglietti che verranno forniti ai partecipanti, ai fogli di presenza
affidati
agli accompagnatori, la cassetta per le comunicazioni del servizio e
quant’altro necessario al corretto funzionamento del servizio;
- la sponsorizzazione
dei piccoli premi che verranno offerti ai bambini che partecipano al
progetto;
- la disponibilità a
coinvolgere anche altri soggetti (associazioni, volontari, etc.) che
possano
essere individuati come ausiliari del traffico
“scolastico” nei punti
pericolosi e attualmente sprovvisti di vigilanza.
Quanto fin qui
esposto è da ritenersi indicativo e sarà oggetto
di apposita convenzione tra le
Istituzioni interessate.
STRADE
CICLOCAMPESTRI: RICONOSCIMENTO E VALORIZZAZIONE DELLA RETE DI PERCORSI
CICLOCAMPESTRI DEL SEPRIO
Sommario
1 - PREMESSA
2 – DEFINIZIONE DEL TERRITORIO DEL SEPRIO
3 – CLASSIFICAZIONE DEL PROGETTO IN AMBITO AGENDA 21 LOCALE
4 – SVILUPPI SUCCESSIVI DEL PROGETTO
1 - Premessa
Da circa 3 anni si è costituito il “Gruppo
Ecologico del Club 33” che fa capo all’associazione
“Club 33” di Abbiate Guazzone –Tradate.
Tra le varie iniziative intraprese, nel segno della sensibilizzazione
ambientale e promozione della cultura ecologica, il Gruppo sta
sviluppando un progetto concreto e importante che riguarda la
valorizzazione di una rete di percorsi ciclocampestri che attraversa
gli ambiti agricoli e boschivi di una porzione territoriale del
“Seprio” , permettendo:
• il collegamento dei centri abitati e dei luoghi di interesse
naturalistico, artistico e architettonico attraverso percorsi protetti
dalla viabilità carrabile principale (puoi scaricare la cartina
e gli itinerari);
• il collegamento tra le diverse aree protette (Parchi Locali
di Interesse Sovracomunale) esistenti attorno al Parco della Pineta di
Appiano Gentile e Tradate;
• la fruizione ricreativa di tali luoghi, altrimenti
abbandonati o mal frequentati.
Questa rete esistente permette il conseguimento degli obbiettivi sopra
elencati lungo una “viabilità di base”,
un tempo di acclarata importanza ed ora perlopiù trascurata
ed in parte compromessa o relegata al solo utilizzo agricolo. Il
progetto di valorizzazione della rete di percorsi ciclocampestri non
può prescindere dalla catalogazione e classificazione dei
siti di interesse artistico e architettonico presenti
nell’ambito territoriale di interesse.
Per quanto attiene l’estensione territoriale, il progetto
generale è suddiviso in due macroaree:
1. Provincia di Varese (Parco Pineta, Parco Rile Tenore Olona, Parco
Medio Olona, Parco del Bosco di Rugareto);
2. Provincia di Como (Parco Pineta, Parco Spina Verde, Parco del Lura,
Parco del Lanza).
Il progetto prevede di concretizzarsi anche mediante forme di
divulgazione e condivisione delle informazioni raccolte e quindi
prevede la pubblicazione di una cartina topografica, in parte
finanziata da Enti pubblici quali il Parco della Pineta di Appiano
Gentile e Tradate e la Regione Lombardia (attraverso il Contratto di
Fiume Olona Bozzente Lura), quale passo irrinunciabile
nell’attuazione del progetto.
2
– Definizione del territorio del Seprio1
Nel 568-69, all’irrompere dei
Longobardi nella Val Padana, i Bizantini non avevano ancora saputo
rimediare a tutte le conseguenze lasciate in Italia dal ventennale
conflitto contro i Goti. A guidare fra Lario e Verbano la ripresa di
una misera popolazione erano i pochi centri battesimali cristiani in
quanto questi favorivano il rinascere di contatti, di scambi e di
iniziative fra le comunità. I Longobardi guidati da Alboino
arrivarono ad occupare Milano il 5 settembre del 569. Anche se non
è da escludersi che Sibrium cadesse in mano longobarda quasi
immediatamente, l’opinione diffusa è che il
castrum fu conquistato o sotto il regno di Clefi, successore di
Alboino, o successivamente nel 588, con l’attacco definitivo
di Autari contro gli ultimi possedimenti bizantini ormai ridotti alla
sola isola Comacina. Per meglio comprendere i cambiamenti che
interessarono Sibrium-Seprio sotto i Longobardi è necessario
chiarire preventivamente alcuni aspetti di questo popolo. Quando i
longobardi giunsero in Italia il loro era il ‘regno di una
gente’, il che significava regno senza territorio: un
organismo politico a base etnica e personale, non territoriale.
L’intero popolo concepisce se stesso come un esercito, le
gerarchie del quale riflettono simultaneamente l’ordine
civile e sociale, ciascun membro è un guerriero, un
arimanno, mentre il re è il capo dell’esercito,
colui che detiene il supremo potere militare soltanto in tempo di
guerra mentre in tempo di pace è la stirpe a prevalere e la
sovranità è esercitata dall’assemblea
popolare degli armati, cioè dall’organismo
collettivo che elegge il re e gli conferisce il potere in occasione
delle spedizioni armate. Tra il vertice e la base troviamo i duchi, gli
sculdasci e i decani: questi sono ufficiali comandanti di gruppi armati
e contemporaneamente titolari di poteri giudiziari e amministrativi
rispetto alla schiera di guerrieri che si muove sotto la loro guida. Il
rapporto fra re è duchi e tra duchi e singoli arimanni
è temporaneo e volontario. Il contingente militare di base
con il quale si formano i quadri dell’intero esercito
è la fara, la struttura monocellulare della
società longobarda, un aggregato familiare o plurifamiliare
la cui coesione si fonda sul legame parentale. Gradualmente, man mano
che l’occupazione delle nuove terre veniva espandendosi, i
vari corpi militari, per ordine del re, si stanziarono con compiti di
presidio in determinati ambiti strategici. In questo modo erano sorti i
ducati e le judiciariae, queste ultime militarmente rette dallo stesso
re il quale incaricava un semplice judex per le dispute civili. Il
territorio longobardo era quindi suddiviso in distretti governati da
Duchi legati al re da un semplice giuramento di fedeltà
sulla parola. Strutture e schemi dei vecchi distretti municipali romani
non ebbero alcun peso. (Pubblicazione tratta da
Internet relativa a studi storici del territorio del Seprio tra la
provincia di Varese e la Provincia di Como)
Centri fino ad allora ricchi e famosi mantennero l’antico
rango solo se situati in posizioni militarmente e strategicamente degne
di nota. In ogni territorio il luogo militarmente più
quotato divenne sede del dux o judex e centro di raduno arimannico. Con
questo i Longobardi si chiusero in una casta a sé lasciando
che la vita dei
soggiogati, seppur ridotta alle più elementari espressioni,
continuasse nei suoi aspetti tradizionali, ivi compreso il culto e
l’amministrazione della giustizia.
L’immobilizzazione improvvisa del popolo nel nord Italia
condusse a mutare innanzitutto il volto dell’istituzione al
vertice: il sovrano (denominato Flavius) siede a capo di un personale
di corte gerarchizzato, di un tribunale supremo, di uffici
amministrativi ed impersona lo stato emanandone le leggi. E’
con la salita al potere di Autari che, per contrastare il potere dei
singoli duchi, assoggettati alla corona più per
volontà che per dovere, vengono insediati in molti territori
suoi funzionari, i gastaldi, con dignità e poteri analoghi a
quelli dei duchi e con il compito di rappresentare più
direttamente gli interessi della corona.
Sotto Autari è probabile che prendesse forma definitiva fra
Lario e Verbano un finis, cioè un territorio dai precisi
confini e con un proprio volto amministrativo (in una carta risalente
al 842 viene citato un Gastaldo, questo unico particolare potrebbe
portare all’identificazione di una verosimile figura di
judiciaria avuta in età longobarda e perdurata per qualche
tempo in età carolingia), avente per proprio centro Castel
Seprio. Sembra infatti lecito supporre che il Seprio, almeno agli
inizi, fosse retto da un Duca e che venne declassato a semplice finis
soltanto successivamente, o agli inizi del regno di Autari o durante il
regno di Agilulfo. Nel primo caso, il declassamento si inserirebbe
nell’ottica della politica regia di assicurare vasti possessi
al patrimonio della Corona mettendo nel contempo fuori gioco tutti quei
duchi che avevano ostacolato la sua ascesa al trono (583) o che, dopo
la morte del padre Clefi (673), si erano troppo legati ai Bizantini.
Nel secondo caso la causa sarebbe da imputarsi all’azione
condotta da Agilulfo nel 591 contro chi nel conflitto longobardo contro
i Franchi e i Bizantini dell’anno precedente si era schierato
più o meno apertamente con essi oppure aveva dimostrato
poche capacità decisionali come forse era avvenuto nel
Seprio, finis del Regno troppo importante per essere lasciato in mano
poco sicura.
Qualunque fosse la struttura organizzativa del nuovo territorio il suo
confine a nord si estendeva a partire dal Sasso di Pino sopra Maccagno
e, dopo aver toccato il Ceneri, pare raggiungesse il Ceresio poco ad
est della Valsolda. Ad oriente, era il Lario a limitarne
l’estensione in un primo tratto mentre in un secondo serviva
allo scopo il corso del Seveso. Ad occidente, infine, la riva del
Verbano e un tratto del Ticino costituivano i confini naturali con
lejudiciarie di Stationa (Angera) e di Plumbia (Pombia).
Quest’estensione si modificò in due successivi
momenti storici: nei primi anni dell’età
carolingia un altro finis incentrato sull’antica Stationa
(Angera) sottrasse a quello del Seprio un tratto della riva orientale
del Verbano mentre, nel XII secolo, a seguito del trattato di Reggio
del 1185 fra l’Imperatore Federico I e il Comune di Milano,
il Seprio ebbe i suoi confini fissati lungo le rive del Tresa,
le sponde del Verbano e del Ticino e una linea decorrente circa da
Turbigo per Parabiago fino al Seveso e oltre e da qui ad occidente di
Como verso il Ceresio.
A Vico Seprio, dopo un periodo di confusione causato
dall’arrivo dei Longobardi, la situazione si
normalizzò. I Longobardi avevano infatti come propria
abitudine quella di non mischiarsi con gli indigeni del luogo, creando
propri insediamenti, propri luoghi di culto e propri cimiteri. Soltanto
se una particolare zona rivestiva un rilevante ruolo strategico se ne
impossessavano. Comunque, per Vico Seprio, il trovarsi
all’interno di un’arimannia, induce a pensare che
la coesistenza fra longobardi e locali divenisse con il tempo sempre
più stretta. L’arimannia deve essere ritenuta il
risultato della territorializzazione delle vecchie fare avvenuta sotto
Autari sul finire del VI secolo. In cambio di un servizio attivo di
guardia e di difesa per dati luoghi o territori, come potevaessere il
castrum di Seprio ed i suoi immediati dintorni, la Corona Longobarda
concesse, all’epoca di Autari, in uso ad ogni fara, un
preciso insieme patrimoniale costituito da campi, pascoli, boschi,
corsi d’acqua. Nel 588 scoppiò la guerra che vide
i Longobardi comandati dal re Autari opposti alla coalizione formata da
Bizantini e Franchi. La lotta interessò i territori
longobardi comprendenti gran parte dell’Istria e del Veneto,
della Lombardia occidentale e parte del Piemonte e
dell’Emilia odierni quando questi si ritrovarono stretti ed
isolati fra gli Avari e gli Slavi, legati fra loro, ad oriente, i
Bavari che premevano oltre il confine atesino, gli Alamanni nel tratto
Retico delle Alpi ed, infine, i Burgundi nel restante tratto
Lepontino-Graio-Pennino-Cozio. A meridione si trovavano i Bizantini. Il
ruolo avuto dal Seprio nel conflitto fra Longobardi e Franco-Bizantini
è documentato dall’opera di Gregorio Turonense e
di Paolo Diacono, che però ne danno, per alcuni aspetti,
descrizioni diverse. Dopo le prime sconfitte, nel 590, gli avversari di
Autari svilupparono un nuovo piano d’attacco: partendo i
Franchi da Coira e i Bizantini da Ravenna, gli alleati avrebbero
puntato su Verona e Ticinum (Pavia). Le più salde
unità arimanniche, così serrate in una gigantesca
morsa, sarebbero state sconfitte. Ma non fu così: alcuni dei
più fidati corpi militari tra cui quello del Seprio si
opposero agli invasori e li costrinsero a desistere
dall’intento. Della situazione nemica approfittò
Autari. Chiuso in Ticinum, avviò trattative con i franchi di
Audovaldo. La sua morte, improvvisa e dovuta forse ad un complotto,
rischiò di compromettere il processo di pace, ma il suo
successore Agilulfo, sposato dalla vedova di Autari, Teodolinda, lo
portò a termine stipulando una tregua di dieci anni.
Voltesi contro l’impero, le forze longobarde fedeli
riuscirono ad arrestare i progressi militari bizantini e, nel 593,
puniti i duchi traditori, Agilulfo passò alla
controffensiva: si spinse a sud, ad est, a nord. Riuscì
vincitore. Battuti, i Bizantini abbandonarono qualsiasi
velleità di guerra. Nel 590, stipulata la pace sulla base di
un tributo da versare
annualmente ai Franchi, ed orientatasi la monarchia longobarda verso il
cattolicesimo prima tricapitolino poi romano, lo stato arimannico
potè godere di un lungo periodo di tranquillità
che durò, quasi senza interruzioni, fino al 773, anno della
definitiva calata Franca in Italia.
Conclusa la guerra con i Franchi, i Longobardi non si preoccuparono di
mantenere funzionali le postazioni militari del Seprio tra cui quella
di Sibrium le cui fortificazioni tardoromane, gote e bizantine dovevano
essere già in cattivo stato a causa degli smottamenti
verificatosi lungo i bordi del pianoro dovuti alla conformazione
geologica del luogo. Castel Seprio non risentì tuttavia
della perduta funzione militare e guadagnò importanza grazie
al ruolo di porta obbligata per i traffici commerciali. I Bizantini,
stanziati nel distretto del Lario, avevano bloccato per circa
vent’anni l’arteria che, attraverso Chiavenna ed il
lago di Como, univa un tempo le regioni transalpine alla pianura
Padana. Questo era andato a favore della via che correva più
ad ovest, passando attraverso il Seprio. Agli inizi del VII
secolo, sia le greggi padane che annualmente salivano
all’alpeggio, sia le popolazioni della Rezia, prive di
cereali e foraggi, che scendevano verso la pianura, passavano per il
Seprio. Sempre agli inizi del VII secolo, gruppi sempre più
fitti di inglesi, da poco convertiti al cattolicesimo, passavano di qui
durante i loro pellegrinaggi verso Roma. Per tutto ciò,
Seprium, divenuto Seprio (versione barbarizzata dell’antico
toponimo), situata proprio all’estremità
meridionale di questa nuova via di traffico, oltre che sede di
judiciaria e, quindi, centro di periodico raduno arimannico,
diventò in breve tempo una tappa fondamentale e luogo di
mercato frequentatissimo. Ogni anno, il 25 marzo, si celebrava, secondo
il rito orientale, la festa patronale di S. Maria e si teneva una
grande fiera a cui conveniva una folla numerosissima. Nel VII secolo,
per sopperire ai bisogni immediati di denaro liquido manifestatosi in
tali occasioni, una locale zecca autorizzata incominciò a
battere moneta aurea recante la dicitura Flavia Seprio. Nel VII ed VIII
secolo, accanto al castrum, strettamente presidiato dagli arimanni,
risorse un abitato civile su ciò che restava delle poche
capanne abitate nel basso impero da civili poi utilizzate come
materiale da costruzione dai Bizantini. Ai primi anni del secolo VIII
è da ricondurre la nascita di un monastero benedettino
femminile, più tardi noto come Santa Maria de Turba, in
fondo al saliente che dal castrum scendeva a valle. Non più
estirpata da anni la vegetazione doveva allora avere invaso del tutto i
declivi del pianoro soprastante, imbrigliandone così il
terreno e riducendone le frane. E questo, col creare
l’illusione di una tornata sicurezza, aveva portato al
sorgere, ancora in piena età longobarda, prima di una
chiesetta, con probabile dedica a San Raffaele, poi sostituita da altra
in fondo al saliente, proprio davanti al torrione; quindi
l’installarsi del cenobio in quest’ultimo e in
alcuni ambienti che si erano addossati al vicino tratto di muro.
Sotto Astolfo, salito al Trono nel 749 ebbe inizio la fine dello Stato
Longobardo. Dopo aver modernizzato e rafforzato l’exercitus
del Regno con il concedere l’entrata anche dei liberi non
longobardi, questo Re si era lanciato in una politica espansionista ed
autoritaria conquistando Ravenna, l’Esarcato e la Pentapoli
bizantina, incorporando il Ducato indipendente di Spoleto, prendendo
gli ultimi possessi di Bisanzio in centro Italia e revocando le
donazioni fatte dai suoi predecessori ai Papi, giungendo fino a
minacciare il Ducato stesso di Roma, nominalmente ancora
dell’Impero d’Oriente ma in pratica tenuto dal
Pontefice, il quale, nella persona di Stefano II, chiese infine aiuto ai
Franchi retti da Pipino il Breve. E fu la guerra. Astolfo venne
sconfitto e morì nel 756; Desiderio, il suo successore,
riequilibrò la situazione politica generale ma non
potè evitare un nuovo dissidio col Papa Adriano I, tanto che
questi richiamò in Italia i Franchi di Carlo, il futuro
Carlo Magno. Nel 774 Desiderio fu costretto alla resa in Pavia e Carlo
divenne anche Re dei Longobardi, rispettandone apertamente strutture ed
ordinamenti ma infiltrando in realtà fra loro, come
funzionari o privati possessori di beni immobili, elementi a lui
fedeli, destinati a prendere il sopravvento sui vinti. Nel 781 il Regno
dei Longobardi cessò di esistere ufficialmente. Al suo posto
venne creato da Carlo un Regno d’Italia affidato a suo figlio
Pipino.
3
– Classificazione del progetto in ambito Agenda 21 locale
Il progetto qui proposto è inserito in Agenda 21 locale con
le seguenti caratteristiche:
- Obiettivo generale: Far nascere la cultura del turismo e svago
sostenibile nel territorio della provincia di Varese, diffondere
l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto valido,
far conoscere ad un più vasto pubblico le valenze storico
artistiche e naturali della zona del “Seprio”
(indicativamente da Castiglione, Vedano a Uboldo Gerenzano
Rescaldina, area compresa tra il Parco Pineta di Appiano G. e Tradate
ed i PLIS della Valle Olona.
- Obiettivo specifico: Produzione di cartine che evidenzino la rete di
percorsi ciclocampestri (strade di campagna ciclabili), apposizione di
cartellonistica e segnaletica adeguata, impegno dei Comuni per la
manutenzione periodica dei fondi sterrati e promozione iniziative per
diffondere l’uso.
- Modalità di attuazione: Ricerca dei tracciati validi,
sviluppo su cartografia con Autocad, protocollo di intesa con i Comuni
interessati, stampa della cartina, collocazione della cartellonistica,
miglioramento dei fondi sterrati.
- Azione puntuale: La prima parte del progetto è stata
già svolta, siamo ora in attesa del riconoscimento formale
da parte dei Comuni interessati (circa 20) e dei preventivi economico
per la stampa della cartina che dovrà avere scopo
divulgativo ed un certo rigore cartografico (es. pubblicazione della
Provincia di Varese relativa al sentiero 3V).
- Soggetti interessati: Gruppo promotore ed animatore del progetto
(Gruppo Ecologico del Club 33 Abbiate Guazzone - Tradate),
Amministrazioni Comunali interessate, ente Parco Pineta di Appiano
Gentile e Tradate, Provincia di Varese, Agenda 21 provincia di Varese,
gruppi ecologici volontari delle zone interessate
- Ruolo degli attori coinvolti: Gruppo Ecologico del Club33 per la
realizzazione dello studio e la cura del progetto.
I Comuni interessati per il recepimento nei PRG dei percorsi e per
l’impegno per la manutenzione dei fondi sterrati con
materiale idoneo. Nelle zone “critiche”
paesaggisticamente degradate occorrerebbe un impegno per creare fasce
verdi.
Il Parco Pineta si è mostrato disponibile per offrirsi come
interlocutore istituzionale e come “supporter”
affiancandosi al Club33 e proponendo una convenzione. Provincia di
Varese e Agenda 21 potrebbero appoggiare l’iniziativa
riconoscendola, coordinarla con altre iniziative simili e supportare
l’estensione del progetto alle zone limitrofe. Potrebbe
contribuire al finanziamento delle spese per la stampa delle carte e
per la cartellonistica che dovrebbe essere uniforme per tutta la
provincia.
Altri attori da coinvolgere: I gruppi ecologici della zona, con i quali
abbiamo lavorato, potrebbero agire da animatori per diffondere
l’uso delle piste. I privati quali aziende agrituristiche,
noleggio biciclette, accompagnatori di comitive, ecc.
4
– Sviluppi successivi del progetto
Dopo la fase di catalogazione dei siti di interesse ed individuazione
di percorsi validi, il progetto deve acquisire divulgazione mediante
circolazione di una cartina topografica di carattere turistico
divulgativo. Le fasi successive a medio – lungo termine,
potranno quindi prevedere la collocazione di segnaletica sui percorsi
selezionati e l’intervento su alcuni tratti per il
miglioramento dei fondi sterrati ammalorati. Non si esclude anche la
successiva pubblicazione di una “guida turistica”,
a compendio della cartina già pubblicata, con informazioni
più estese e dettagliate sui siti di interesse e sugli
aspetti logistici relativi alla possibilità fruitiva della
rete di percorsi individuata.
Strade
ciclocampestri e Associazioni dei Comuni del Seprio
A quasi un anno dalla sua
costituzione, il “gruppo ecologico del Club 33” fa
un bilancio e si ritrova “cresciuto”, non tanto per
l’anagrafe quanto per la concretezza e lo spessore che stanno
assumendo le iniziative intraprese in questi mesi.
Molto si
sta facendo e si continuerà a fare, e presto, di queste
attività, si avrà un tangibile riscontro. In
primo piano c’è il progetto di individuazione
delle “strade ciclocampestri” di cui già
molto si è parlato e qualche anticipazione si è
vista durante la Fiera d’Autunno, tenutasi il 10 Ottobre
scorso lungo le vie di Abbiate.
Ebbene
questo progetto cammina, tra le aspettative generali, e gli attivisti
del gruppo stanno giungendo a formulare un vero e proprio elaborato
tecnico per il riconoscimento e la tutela della rete di strade e
sentieri campestri che interessano il territorio di Tradate e lo
collegano ai Comuni limitrofi.
Su questo
progetto concreto, ma che riveste anche un significato simbolico per il
concetto di “collegamento” tra genti, aree protette
e territori comunali, il gruppo ecologico ha intrapreso contatti con
Associazioni e Amministratori (anche dei comuni limitrofi) sensibili
alle tematiche ambientali care ai soci del Club.
Alcuni
incontri si sono già svolti ed altri si faranno, allo scopo
di instaurare un rapporto di collaborazione che consenta di dare
continuità, coerenza e completezza all’idea di
base del progetto.
Hanno
aderito, tra gli altri: il Gruppo Naturalmente di Castelseprio, il
Social Forum di Gornate Olona, il Gerbo di Rescaldina, il Comitato
Salute e Ambiente di Mozzate; il Comitato Ecologico di Cislago.
Questi
incontri hanno avuto anche lo scopo di avvicinare persone che,
più in generale, condividono principi ecologici e di tutela
ambientale a prescindere dall’estrazione sociale e culturale
di ciascuno.
E’
condivisa infatti l’esigenza di operare in sinergia,
congiuntamente e, forse un giorno, costituire una grande ed attivissima
associazione ecologica del “Seprio”.
Per tutti
gli interessati il “gruppo ecologico del CLUB 33”
ha sede presso la Palazzina Civica di P.zza Unità
d’Italia in Abbiate Guazzone – Tradate. Per
informazioni ulteriori potrete contattare il seguente numero telefonico
388-7665506.
Tutela
e valorizzazione della regione Seprio – fiumi Olona Bozzente
Lura
“se
guardi dall’alto
con attenzione il tuo Seprio cercando il tetto della tua casa,
scorgerai il
profilo di un grande uomo verde; sono gli ultimi boschi e le campagne
rimasti,
è la Natura che non vuol morire….”
Cos’è
l’Osservatorio del Seprio
E’
un progetto che accomuna associazioni ecologiche, singoli
cittadini, professionisti, amministratori
comunali, aperto anche agli Enti locali, tutti
con un unico obiettivo:
lavorare
per una proposta di intervento unitaria per salvare
l’area del Seprio da ulteriori interventi di sfruttamento del
territorio ed
iniziare una politica di tutela e valorizzazione.
Il
progetto
nasce dalla considerazione che la frammentazione
delle gestioni territoriali, siano esse a livello comunale,
sovracomunale,
provinciale o regionale hanno fatto man mano perdere
l’unicità e la grande
valenza di un ambiente che, spaziando tra più province, si
presenta ancora come
un’area verde omogenea, ricca di boschi e campagne, con un
ruolo insostituibile di
protezione della salute, di
paesaggio, di qualità della vita di migliaia di cittadini
che abitano nella
zona.
Regione
interessata
L’area
sottoposta ad indagine comprende la zona verde residuale
originaria che si sviluppa a partire da Castiglione Olona e prosegue
verso sud
fino a che i ripetuti interventi umani hanno praticamente cancellato
ogni
traccia di verde naturale, fino cioè
alla conurbazione Saronno Lainate Rho Legnano
Castellanza. In larghezza
l’area si estende tra i Comuni del fiume Olona e il Parco della Pineta di
Appiano G. Tradate
proseguendo con i Comuni
lungo la statale Varesina.
Considerazioni
generali:
Pur
tenendo conto che sull’area in oggetto sono già
operanti
diverse attività di recupero e tutela (PLIS, Contratti di
fiume, Piani
territoriali delle province..), riteniamo che non
sia ancora stata raggiunta, in particolare da
parte degli
amministratori locali ma anche da parte dei cittadini, una sufficiente
coscienza e sensibilità di fronte ai mutamenti riguardanti
l’area in oggetto.
Una semplice osservazione dell’area allo stato attuale e dei
progetti in corso
lo dimostrerebbero facilmente.
Per
anni le persone più attente all’equilibro tra
interventi
umani ed ambiente hanno pensato che si fosse arrivati alla fine dello
sfruttamento della zona. Ormai è evidente a tutti da una
semplice osservazione
dei trend degli ultimi 30 anni, che,
senza una forte brusca inversione di tendenza, il progetto portato
avanti nel
nome dello “sviluppo continuo” (in antitesi allo
sviluppo sostenibile) da molte
amministrazioni della zona è una
progressiva cancellazione
delle ultime
zone verdi residue: la morte biologica cioè
dell’intera area entro 20 anni. Ciò
che ancora manca oggi è la visione generale delle
problematiche dell’intera
area in un contesto organico; ogni amministrazione infatti
programma i
propri interventi senza tener conto dell’intero sistema, e
tanto meno delle
scelte del comune limitrofo, messi tutti assieme questi interventi
possono
arrivare a
distruggere un intero
ecosistema.
Obbiettivi
dell’intervento:
Nonostante
i ripetuti
interventi di antropizzazione
dell’area in oggetto da parte dei Comuni interessati, questa
area a tutt’oggi
svolge ancora una funzione vitale: separa le conurbazioni del Sempione
da
quelle lungo la statale Varesina, garantendo da una parte un se pur
minimo
filtro alle
emissioni gassose,
dall’altra un livello di paesaggio e di ambiente (con la
relativa varietà biologica
e qualità della vita) ancora
complessivamente
accettabile per gli abitanti della zona. Queste funzioni oggi rischiano
di
essere vanificate per sempre a causa dei ripetuti e continui interventi
umani
su un sistema che ha raggiunto il livello di compromissione massimo.
Ogni
ulteriore intervento rischia di provocare il fenomeno della
“frammentazione
eccessiva”, cioè senza attendere la completa
cancellazione delle aree naturali,
il territorio perde la sua unitarietà ambientale e biologica
per trasformarsi
in un “patchwork” di ambienti tra loro disomogenei
che porta inevitabilmente
alla morte ambientale; uniformandosi così alle altre
conurbazioni adiacenti,
zone tra l’altro (es. il milanese) da dove provengono
moltissimi cittadini in
cerca di luoghi con qualità dell’ambiente
più alto. L’obbiettivo finale del
progetto è riconducibile in sintesi ad un’opera di
sensibilizzazione presso da
una parte gli amministratori locali e sovracomunali e
dall’altra verso i
cittadini per
giungere a porre come
priorità assoluta una serie di progetti di tutela e
valorizzazione della
regione in oggetto.
Pur
valutando
positivamente i PLIS, la garanzia massima per
la tutela ambientale della nostra zona, più che a livello legislativo
(le leggi si possono sempre facilmente cambiare, vedi la parola
“riperimetrazione”) è di natura morale;
occorre far acquisire la
coscienza a chi prende decisioni che una scelta inopportuna
può seguire solo
l’interesse economico di pochi ma è contraria
all’interesse generale della
collettività.
Modalità
di attuazione:
Il
progetto si articola in diverse
fasi e si muove su diversi settori:
Fase
di studio ed analisi:
1.Monitoraggio
continuo ambientale dei comuni interessati
2.Studio
ed
elaborazione dei trend di alcuni parametri
fondamentali, quali andamento demografico, occupazione di aree,
censimento
delle zone verdi sia boscate che agricole, nuove aree industriali,
nuove
infrastrutture.
3.Biologia
e geologia
del territorio.
4.Elaborazione
di una
cartografia aggiornata con evidenziazione
dei confini dell’area di indagine, degli interventi antropici
attuali e
previsti, compreso il nuovo “piano cave”.
Fase delle proposte:
“recupero del
paesaggio, rinascita della natura”
1.Proposta
di vincolo morale di tutela per l’area individuata da
proporre ai Consigli comunali interessati.
2.Proposta
di recupero ambientale dell’intera area.
3.Proposta
di progetti di sviluppo compatibili (turismo sostenibile, agriturismo,
bioagricoltura, piste ciclocampestri)
4.Proposta
di rete di viabilità ciclabile alternativa e sostenibile
(cicloVaresina tris ed altre (es. ogni Comune dell’area
potrebbe essere collegato ai comuni vicini con una pista ciclabile))
Strumenti di
attuazione;
Gli
studi prodotti
dovranno essere supportati da serate di
sensibilizzazione nei vari comuni, dalla pubblicazione di ogni dato
rilevante
sugli organi di stampa e televisivi locali, da interventi presso gli
organi
provinciali e regionali, da conferenze dei sindaci, dalla pubblicazione
di un
libro bianco ad alta tiratura, dalla distribuzione della cartina delle
piste
ciclocampestri del Seprio (in fase di allestimento a cura del G.E.
Club33),
dalla presentazione di mozioni presso i Consigli Comunali, dalla
esposizione di
manifesti per diffondere l’idea della difesa
dell’”uomoverde”, sito internet
dell’Osservatorio e rete per i membri del gruppo.
Partner
del
progetto
Verranno
man mano
richieste le collaborazioni ad:
Università
Uffici
studi della
regione e delle province, agenda 21
Provincia di Varese
Programmi
della regione e
delle province operanti nei
settori ambientali (contratti di fiume)
L'indice
delle osservazioni presentate al PTCP di Varese è
raggiungibille all'indirizzo:
www.osservatoriodelseprio.com